Si è svolto a Trento sabato 7 ottobre  scorso il Convegno Nazionale : “Antibiotico resistenza : una pandemia silenziosa”, organizzato dall’ Ordine dei Medici di Trento e da ISDE Italia. Sono intervenuti , tra gli altri, Maria Neira direttrice del dipartimento Ambiente Cambiamenti Climatici e Salute dell’ OMS di Ginevra, Elvira Tacconelli coordinatrice del comitato europeo per il controllo delle malattie infettive (EUCIC) e Fortunato d’Ancona, primo ricercatore dell’ ISS dipartimento delle malattie infettive.  Tutti  sono concordi nel segnalare come l’ antibiotico resistenza sia una emergenza sanitaria globale : nel mondo 4,95 milioni decessi sono associati alla resistenza batterica ed 1,27 milioni decessi attribuibili direttamente alla resistenza batterica. In Europa più di 35000 persone muoiono ogni anno ma è nettamente diversa la distribuzione tra i vari Stati. L’ Italia con 11000 decessi all’anno è tra i Paesi con più morti, preceduta solo dalla Grecia, ma anche quello con maggior morbilità e  riduzione della speranza di vita per questo problema. In Italia il 35,7% dei batteri è resistente agli antibiotici e ciò fa sì che ogni anno aumenti la spesa sanitaria sia totale che pro capite. Anche il rischio di acquisire una infezione da batteri resistenti è nettamente maggiore nel nostro Paese rispetto a quelli del Nord Europa. In Italia la percentuale di infezioni resistenti agli antibiotici è salita dal 17% del 2005 al 30% del 2015, in controtendenza con quanto accade in altre nazioni europee, nonostante esistano:  il piano nazionale di contrasto all’antibiotico resistenza (PNAMR), l’ Osservatorio Nazionale dell’ Antibiotico Resistenza, il Gruppo di lavoro per il coordinamento della Strategia nazionale di contrasto dell’AMR e sia stata pubblicata la  traduzione italiana del manuale antibiotici AWaRe. E’ necessaria una maggiore coordinazione tra istituzioni centrali, Regioni e Province autonome e società scientifiche e  bisogna fare gli  investimenti sia nazionali che regionali necessari ( attualmente mancanti) per organizzare corsi dedicati all’ interno delle Facoltà di  Medicina  e realizzare  infrastrutture ospedaliere che garantiscano una corretta stewardship.

La crescente minaccia dell’antibiotico resistenza richiede un intervento multidisciplinare secondo la visione One Health ,che considera in modo integrato la salute umana, animale e ambientale . One Health che, però,  avrà un efficacia solo se intesa come valutazione dell’ impatto della salute non antropocentrica.  L’ uso degli antibiotici in medicina veterinaria in Europa è molto più rigoroso che in altri Paesi e prevede il divieto del loro uso auxinico; anche l’ uso in  metafilassi , nonostante sia strettamente regolamentato , negli allevamenti intensivi dove la probabilità di ammalare è notevole, è spesso necessario.

E’ inoltre poco considerato l’ impatto degli antibiotici sulla biodiversità. La loro eliminazione urinaria o fecale porta ad una diffusione nel  suolo e nell’ acqua, creando una minaccia per tutti i microrganismi presenti in questi ambienti, accelerando potenzialmente lo sviluppo, il mantenimento e la diffusione di batteri e funghi resistenti.

Per contrastare questo fenomeno è indispensabile una sinergia tra tutti le professioni sanitarie: per questo è stata organizzata una tavola rotonda a cui hanno partecipato rappresentanti dell’ Ordine dei Veterinari, dei Farmacisti e delle Professioni Infermieristiche assieme a medici ospedalieri, infettivologi ed igienisti ed esponenti della medicina del territorio ( MMG e PdL).

La registrazione dell’ evento ed il materiale è disponibile sul sito web:

https://drive.google.com/drive/folders/1WEvpI5oS4LyhTU2Pk-ATYAbE6CW4nKuS?usp=drive_link

e sulla pagina web di ISDE Italia: