“La scienza in sé non è né buona né cattiva, è uno strumento che l’uomo ha fra le mani e che può adoperare bene oppure male. Nel nostro Paese è sempre viva la polemica antiscientifica e siamo costretti a lottare continuamente contro le spinte irrazionali che serpeggiano nella società, pericolose perché danno ai giovani la sensazione che il destino dipenda dalle stelle e non dall’uomo e dal suo operare”. Piero Angela.
Nella scienza , che ha contribuito in modo sostanziale al progresso e benessere, l’uomo contemporaneo cerca certezze , per affrontare l’insicurezza della propria vita. Ora stiamo vivendo in un momento storico gravato da problemi : pandemia, crisi economica e politica ,aumento delle diseguaglianze , guerra, inquinamento, esaurimento delle risorse , riscaldamento globale.Si è intaccata una “fede”, quella nei benefici di un progresso illimitato e anche la scienza è stata investita da una parte di sfiducia. La sfiducia nella scienza può essere interpretata anche come ricerca di altre “verità ” , verità assolute di cui si sente bisogno. In una ricerca recentemente pubblicata su PNAS, sono analizzate le motivazioni che sono alla base degli atteggiamenti antiscientifici, che per rimanere ancorati al momento attuale, vanno dalla negazione dei cambiamenti climatici, della pericolosità del Covid, della guerra in Ucraina, al rifiuto vaccinale e molto altro.
Ci sono quattro elementi psicologici comuni nell’atteggiamento ostile alla scienza, che è più probabile quando:
– il messaggio scientifico proviene da fonti percepite come poco credibili
– i destinatari appartengono o si identificano con gruppi portatori di credenze antiscientifiche
-il messaggio scientifico è in contrasto con ciò che I destinatari ritengono vero o favorevole o morale,o importante.
-c’è distanza cognitiva fra chi fa informazione e chi la riceve (uso di un linguaggio tecnico ed astratto, poco comprensibile).
La pandemia ha solo disvelato le trasformazioni culturali già in atto da tempo nel rapporto fra società e mondo scientifico. In un momento di grave difficoltà si chiedevano risposte precise, mentre il mondo i medico e le Istituzioni si sono trovati a dover comunicare l’incertezza della scienza, della medicina ad un pubblico non preparato a questo, e a gestire una responsabilità comunicativa senza precedenti, non sempre adeguata nel tener conto delle emozioni ed aspettative dei cittadini. Inoltre la contrapposizione di opinioni ed evidenze scientifiche spettacolarizzata nei salotti televisivi e la sovraesposizione mediatica di esperti e studiosi anche di chiara fama hanno contribuito a creare confusione e sfiducia nel pubblico. I dati sono stati talvolta percepiti e interpretati in maniera distorta da una minoranza di cittadini ma anche da qualche personalità influente della cultura, generando anche comportamenti, sia pur confinati, di intolleranza ed aggressività.
È necessario precisare che la scienza è una modalità di indagine , non si basa su certezze, ma sul dubbio , da intendersi come riduzione della incertezza.
Procede per quesiti a cui cerca di dare risposte , e comunica i dati con un range.di variabilità di cui bisogna tenere conto. La conoscenza scientifica deriva dalla condivisione di dati e consenso collettivo, dalle valutazioni di centinaia di centri e scienziati del mondo, ed è la migliore e più attendibile in un dato momento. La ricerca fornisce alle Istituzioni le informazioni e i dati, ma le misure di Sanità pubblica sono formulate dalle Istituzioni e sono di competenza politica, e contestualizzate rispetto alle diverse realtà dei Paesi, tenendo conto delle condizioni del proprio singolo sistema sanitario ed economico : in Italia si è cercato di mediare fra il contenimento del Covid e le necessità dell’economia in un sistema sanitario stremato per risorse finanziarie ed umane e alcune misure sanitarie sono state vissute ed interpretate come coercitive e restrittive della libertà, attribuendone erronemente la responsabilità alla scienza.
Analizzando le motivazioni della sfiducia, si possono apportare puntualmente delle correzioni, ma quello di cui c’è bisogno soprattutto è l’educazione al senso critico ed al metodo scientifico.
“Bisogna imparare , come osserva M.Polidoro, nel suo libro “Pensa come uno scienziato “,a ragionare bene e dubitare bene , perché si fa presto a dubitare male, passando da un sano scetticismo ad un sospetto paranoico”.