Una Commissione guidata dal magistrato A. D’Ippolito è stata costituita dal Ministero della Giustizia a marzo 2023 per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica col fine di
“esplorare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive la responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un dibattito in materia di possibili prospettive di riforma, proporre un’approfondita riflessione e un accurato studio sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo e ponderato intervento, anche normativo”.
Ogni anno in Italia sono intentate 35.600 nuove azioni legali contro medici e strutture sanitarie pubbliche. In ambito penale il 97% di queste si conclude con l’assoluzione,ma nonostante ciò la denuncia non è indifferente per il medico e lascia segni profondi di preoccupazione ed ansia , incide sulla serenità del suo giudizio e comportamento con ricorso crescente
alla medicina difensiva e conseguenti ricoveri impropri ,aumento dei costi delle prestazioni, sovraccarico di lavoro per il sistema sanitario , senza contare che essa è causa anche di abbandono della professione ,soprattutto fra i medici ospedalieri .La proposta della Fnomceo (Federazione Nazionale Ordine dei medici e odontoiatri) ascoltata in audizione alla Camera a novembre 2023 è stata di depenalizzare l’atto medico per garantire, oltre alla sicurezza delle cure, anche la sicurezza di chi cura ,e di farlo attraverso una norma che sollevi i professionisti sanitari dalla responsabilità penale in tutti quei casi di morte o lesioni, eventualmente provocate ai pazienti, diversi dalla colpa grave. In tale ipotesi sarebbe garantito il ristoro economico dinanzi al giudice civile per l’eventuale danno subito senza condurre il sanitario in giudizio penale. “Occorre ora, con urgenza, un provvedimento ad hoc che restituisca la serenità ai professionisti, uno scudo penale che, nelle more di una revisione complessiva della materia ,li protegga dalle cause infondate e dalle denunce ingiuste”(F. Anelli,Presidente Fnomceo). Molti esperti si sono confrontati su questo tema spinoso , diversi sottolineando l’importanza e necessità di una riforma che ridefinisca giuridicamente la professione medica.
L’Omceo di Trento si è espresso con una lettera del Presidente M. Ioppi rivolta al Presidente della Commissione D’Ippolito , quale contributo alle riflessioni sulle problematiche affrontate,cui hanno fatto seguito autorevoli apprezzamenti.
Le considerazioni nascono da un grande lavoro collettivo di riforma della deontologia medica fatto dall’OMCeO di Trento in collaborazione col Prof. I. Cavicchi ,presentato ufficialmente già nel 2018. In sintesi questo Ordine, pur esprimendo grande preoccupazione per le conseguenze dell’aumento strumentale di richieste di giudizio nei confronti dei medici , permane nella convinzione che oggi non vi sia soluzione possibile ai numerosi e gravi problemi della professione senza affrontare e risolvere alla radice la “questione medica”. Serve ridefinire giuridicamente la professione medica e depenalizzare la “complessità “della medicina.L’area penale deve essere ridotta per il medico innanzitutto con la prevenzione del conflitto sociale ,perché questo è il cuore del problema, prima ancora della sicurezza delle cure, pure importante . Il medico dovrebbe poter scegliere quello che è più adeguato per il malato ,che non sempre coincide con ciò che è più appropriato. Tutte le leggi che riguardano la responsabilità medica si riferiscono all’appropriatezza nei confronti delle malattie , mai all’adeguatezza per i malati. Non si può oggi trattare di responsabilità medica senza definire la complessità dei malati che non sono le malattie, e la complessità non può essere governata solamente da linee guida e best practies ma con la crescita dell’autonomia intellettuale e della formazione del medico ,ridefinizione giuridica della sua figura , riconoscimento della medicina come scienza “impareggiabile “e della professione medica come professione “speciale “, e considerando che l’insuccesso medico non è equivalente ad errore medico. Troppo spesso gli insuccessi sono scambiati per errori , intasando i tribunali, rovinando ingiustamente la vita professionale di molti medici,favorendo speculazioni e malafede, che vanno combattute con decisione.
In conclusione si tratta di penalizzare l’errore secondo legge ma contestualmente di depenalizzare l’insuccesso ,perché l’insuccesso causato dalla complessità non può essere una colpa.