
La più bella “favola” di Natale è quella della vigilia del 1914 quando , durante la Prima Guerra Mondiale soldati britannici , tedeschi e francesi decisero spontaneamente un “cessate il fuoco” , scambiandosi parole e abbracci , piccoli doni , mostrine e bottoni delle divise, qualche sigaretta , caffè, cioccolata , un po’ di grappa . Accesero piccole candele per addobbare alberelli di Natale e illuminare la notte . Cantarono insieme e giocarono perfino una partita di calcio il 25 dicembre nelle vicinanze di Ypres in Belgio, nello spazio che divideva le trincee britanniche da quelle tedesche. “Buon Natale! Non sparate, noi non spariamo” compariva nei cartelli con cui i soldati comunicavano dalle opposte trincee. Gli episodi si susseguirono e in gran parte del fronte occidentale nelle Fiandre si diffuse un prodigioso “contagio” . Furono scritte molte lettere dal fronte ai familiari e inviate foto , che ci rimangono a preziosa documentazione e testimonianza della “ Tregua di Natale” . E il soldato Tom nella lettera alla sorella così si esprimeva : “ Non si può fare a meno di immaginare cosa accadrebbe se lo spirito che si è rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo.. Questi non sono i ‘barbari selvaggi’ di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con case e famiglie, paure e speranze e, sì, amor di patria. Insomma sono uomini come noi. Come hanno potuto indurci a credere altrimenti? Ma che succederebbe se i nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre?”
Una favola , un sogno ben presto interrotto con ogni mezzo e con la censura. E ben presto dimenticata, mentre la guerra continuava . E continua.
Ma a noi piace ricordare oggi questo piccolo miracolo , esempio toccante e intenso di come l’umanità possa emergere anche nei momenti più bui della storia e la luce tornare a illuminare dopo la notte più nera ; credere che sia possibile porre e mantenere al centro la persona, l’uomo, in ogni ambito , contesto e situazione , sempre; credere che sia possibile il cambiamento .
E questo è anche il nostro augurio, pensando soprattutto a chi soffre per malattia ,a casa ,negli ospedali e in ogni parte del mondo dove sono in atto persecuzioni , violenze, ingiustizie, guerre. Auguri ai Colleghi e Colleghe impegnati sempre nella difesa della vita , testimoni di pace , agli operatori sanitari e a tutti coloro che non si risparmiano di fronte al bene comune , al servizio dei più bisognosi in ogni scenario di malattia , dolore e sofferenza.
Buon Natale e Buon Anno!
N.Comper