Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente , istituita e sostenuta dall’ONU .
Quest’anno il tema è l’emergenza dell’inquinamento globale da plastica, con l’appello ad agire con riduzione, riuso, riciclo.
Ogni anno si producono nel mondo circa 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui la metà utilizzabile una sola volta. L’inquinamento prodotto è ubiquitario ed ha superato il limite planetario ,oltre cui non c’è sicurezza che gli ecosistemi possano continuare a garantire le condizioni favorevoli alla vita.
La produzione annua di plastica è più che raddoppiata negli ultimi 20 anni. Costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento e il 10% di tutto quello che l’uomo produce è costituito da materiale plastico.
Lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale : ne consegue che entrano nell’ambiente marino fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno ,ed altrettanti in quello terrestre .Il rischio per la salute è associato al rilascio di sostanze dannose durante il ciclo di vita dei prodotti, dalla produzione fino al conferimento in discarica o nell’ambiente.
Ogni anno per produrre plastica sono usati 17 milioni di barili di petrolio . Secondo le stime, la produzione di plastica e l’incenerimento dei suoi rifiuti generano complessivamente circa 400 milioni di tonnellate di CO2 l’anno (dati UE). Resistenza e durevolezza nel tempo sono le caratteristiche che rendono problematica la plastica : una volta dispersa nell’ambiente: rimane integra per anni , riducendosi poi in particelle di dimensioni sempre minori che inquinano acque, terreni ed aria, diventando progressivamente più insidiose per la salute.
Le microplastiche sono responsabili di patologie polmonari, cardiovascolari, addominali e cutanee, effetti endocrini e sull’apparato riproduttivo, tumori.
L’ Italia è il maggior inquinatore tra i paesi del Mediterraneo ed è il secondo in Europa per i rifiuti di plastica, secondo il report del WWF.
I danni all’ambiente causati dalla plastica e dalle sostanze chimiche ad essa associate sono di portata planetaria , superano i confini nazionali, ed esercitano effetti negativi sulla salute del pianeta e delle persone di tutto il mondo.Bisogna ridurne la produzione e l’uso , incentivare il riutilizzo dei prodotti e la raccolta differenziata.Il riciclo ha in generale una valenza anche culturale , ma nel caso delle plastiche, per le quali le previsioni di produzione sono in aumento , non è sufficiente e si richiedono iniziative drastiche di riduzione , proporzionali alla gravissima situazione ambientale.Il modello di sviluppo consumistico non è più sostenibile , è urgente e necessario un cambiamento di rotta a cui tutti dobbiamo partecipare, ciascuno secondo le proprie possibilità e livello di responsabilità.