I farmaci , utili o indispensabili per la nostra vita, destano tuttavia preoccupazione come contaminanti ambientali emergenti. Sono
dotati di pericolosità ambientale, molti non sono biodegradabili, sono bioaccumulabili, persistenti e tossici : in Europa sono stati trovati come contaminanti ambientali circa 600 diversi farmaci, più di 700 nel mondo. Sono biologicamente attivi anche a bassissime concentrazioni. Vengono rilasciati in fase di produzione, utilizzo e smaltimento. L’uomo e gli animali sono le principali fonti di rilascio (80%), attraverso l’escrezione della quota assunta e non completamente metabolizzata con urine e feci. Non sono completamente rimossi negli impianti di depurazione delle acque reflue che, generalmente, non sono progettati per filtrare questo tipo di sostanze inquinanti, e pertanto si spandono nelle acque di superficie ,fiumi e laghi e anche nelle acque di falda , potendo ritrovarsi anche nell’acqua potabile. Nei fiumi sono stati ritrovati diversi farmaci d’uso comune : nel Po transitano 22Kg di farmaci al giorno (8 tonnellate/anno) e più di 20 tonnellate/anno sono riversate nei fiumi italiani. Attualmente è documentata la presenza nelle acque di superficie di quasi tutti i farmaci : antipiretici, antipertensivi , antinfiammatori, anticoncezionali ,antiepilettici, antidislipidemici antibiotici, ma anche antidepressivi e antitumorali, ecc. , ma farmaci si ritrovano anche nel suolo, aria, fauna selvatica. Il loro comportamento ambientale è ancora poco conosciuto e l’impatto sulla salute degli organismi acquatici e sull’uomo probabilmente sottovalutato. Questi contaminanti giungono all’uomo ,che è in cima alla catena alimentare, col consumo di carni, pesci, crostacei che hanno accumulato farmaci nel loro organismo ,e attraverso le acque potabili contaminate.
L’introduzione e il rilascio negli ecosistemi dei principi attivi farmaceutici potrebbe essere una delle cause nascoste della crisi della fauna selvatica a livello globale.  Alcuni effetti sono ben dimostrati negli animali : sterilità nelle rane e nei pesci, femminilizzazione e intersessualità nei pesci esposti ad anticoncezionali, effetto letale del diclofenac in avvoltoi attraverso il consumo di carne di carcasse di bovini trattati con questo antidolorifico, solo per fare qualche esempio. Il rischio per la salute non può essere ignorato, in particolare quello relativo alla esposizione cronica a miscele di vari farmaci (effetto cocktail), ancorché presenti a bassissime concentrazioni, soprattutto in
soggetti ed età della vita vulnerabili e fragili ( concepimento e vita intrauterina, età riproduttiva, allattamento, prima infanzia ).
Fra gli effetti dannosi possibili nell’uomo ci sono : interferenza endocrina, alterazioni geniche , allergie, tumori ,resistenza agli antibiotici.
Una fonte importante di inquinamento ambientale è lo spandimento nei terreni degli effluenti di allevamenti a terra dove si fa un uso intensivo di farmaci , e loro immissione diretta in acqua in caso di acquacoltura. Soprattutto gli antibiotici immessi in acqua e nel suolo contribuiscono allo sviluppo di batteri resistenti ai trattamenti antimicrobici di cui disponiamo , con conseguente pericolo e danno anche per salute umana.
La produzione e il consumo di medicinali mostrano un trend in crescita , sia per l’aumento della sopravvivenza con cronicità e multipatologia sia per l’espansione del mercato farmaceutico nei Paesi in via di sviluppo, e richiede massima attenzione per il loro impatto su ambiente, animali e uomo.
Nonostante non esista più dubbio sui problemi causati dalla presenza dei farmaci negli ecosistemi , al momento non esistono metodi di rilevamento per tutte le migliaia in uso e i metodi di analisi non sono standardizzati a livello internazionale. Nell’Unione Europea è obbligatoria una valutazione del rischio ambientale per i farmaci di recente commercializzazione , ma la maggior parte di quelli d’uso comune è stata immessa sul mercato prima dell’entrata in vigore del regolamento.
È prioritario quindi diffondere informazioni, migliorando l’accesso a quelle disponibili ,
e affrontare il problema all’origine , anche attraverso il consumo consapevole , necessario e prudente e la prescrizione appropriato di farmaci , e con il loro corretto smaltimento.
A questo proposito bisogna ricordare che i farmaci inutilizzati o scaduti sono il 50%di quelli venduti, e una parte di questi viene smaltito in modo scorretto in lavandini e servizi igienici.
È fondamentale sensibilizzare al problema medici ed operatori sanitari, farmacisti , veterinari, allevatori, educare pazienti e cittadini, migliorare le conoscenze sull’ecotossicità dei farmaci e sviluppare prodotti farmaceutici “verdi”, progettati fin dall’inizio per essere meno dannosi per l’ambiente , migliorare le tecnologie di depurazione., implementare interventi legislativi e di sorveglianza ambientale.
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“I FARMACI : CONTAMINANTI AMBIENTALI EMERGENTI”