Il 20 maggio scorso i Paesi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno adottato un nuovo strumento globale per migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta a future pandemie su scala mondiale: l’Accordo Pandemico Globale . Il Piano pandemico coinvolge tutti gli Stati membri definendo le modalità per un coordinamento internazionale in quanto a prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie nonché l’accesso equo e tempestivo a vaccini, terapie e strumenti diagnostici. I punti chiave dell’Accordo comprendono : un approccio integrato One Health, il rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali, la promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici, la creazione di un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei patogeni e dei benefici (PABS), e l’istituzione di una rete globale di logistica e approvvigionamento. Centrale è l’equità , la trasparenza e la cooperazione tra gli Stati , anche per sostenere i Paesi a basso e medio reddito.
L’Italia si è astenuta ,come sappiamo, dalla votazione . Decisione non comprensibile nè condivisibile secondo FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, che già richiese al Governo un confronto e una rivalutazione delle posizioni assunte. Il Piano ha trovato 124 pareri favorevoli e l’astensione di 11 : Bulgaria, Egitto, Iran, Israele, Giamaica, Olanda, Paraguay, Polonia, Russia e Slovacchia , oltre all’Italia . L’astensione dell’Italia ,tra i più colpiti dal Covid con quasi 200mila morti, quando la comunità internazionale chiama alla cooperazione e alla responsabilità appare incredibile, considerando anche le fragilità e criticità numerose e gravi emerse durante la recente pandemia. Tutto il mondo scientifico nazionale si è schierato a favore dell’Accordo e molte società scientifiche e scienziati hanno espresso incredulità e amarezza per la decisione italiana. Anche la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha espresso stupore e perplessità in merito e preoccupazione per il ritardo nell’aggiornamento del Piano Pandemico Nazionale, tanto più allarmante considerando il crescente rischio di infezioni emergenti e riemergenti come l’influenza aviaria e le arbovirosi oltre all’ antibioticoresistenza.
Una pandemia non è un evento impossibile e COVID-19 ha dimostrato che nessun Governo o Istituzione può affrontare da solo simili minacce.In un mondo in cui ogni giorno assistiamo all’aumento di malattie infettive che non rispettano sicuramente le frontiere, è fondamentale essere preparati.
Ora il 18 luglio il nostro Governo tramite il Ministro della Salute ha comunicato al Direttore Generale dell’OMS il rifiuto ufficiale dell’Italia di tutti gli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale, adottati a maggio. L’Italia si allinea alla posizione Usa ritenendo che i cambiamenti interferiscono con il diritto sovrano nazionale nelle politiche sanitarie, in difesa di un principio che non è minacciato in quanto il testo dell’Accordo ribadisce esplicitamente che ogni decisione resta nelle mani degli Stati.
L’Italia quindi continuerà ad applicare il Regolamento del 2005 ma si pone fuori dal consesso internazionale, rinunciando a un quadro giuridico condiviso per affrontare le emergenze sanitarie globali.
La lezione Covid non è stata appresa. .
Ora un ‘eventuale nuova pandemia troverebbe un SSN più debole di quello che nel 2020 è stato investito dal Covid , con la crisi irrisolta della medicina del territorio e dei Pronto Soccorso , che si reggono per la maggior parte grazie ai medici libero-professionisti o alle cooperative.
Questa scelta politica è in linea con la realtà di un SSN impreparato ai cambiamenti e all’evoluzione e in cui il la scienza è sempre più sminuita e inascoltata e dove trovano sempre più credito le posizioni negazioniste ,antiscientifiche e oscurantiste.