A distanza di due anni non si spegne la polemica sul trattamento precoce domiciliare del Covid con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei come aspirina, ibuprofene , nimesulide ed altri). Dopo la recente pubblicazione della review condotta dall”Istituto di Ricerche Farmacologiche M.Negri su Lancet Infectious Diseases dal titolo : «La casa come nuova frontiera per il trattamento di Covid-19: il caso degli antinfiammatori ” è ripresa la bagarre mediatica, prontamente sfruttata anche dalla politica , nello stile e clima da campagna elettorale : tutto è buono per colpire le Istituzioni, accusate di incompetenza o negligenza, per fare dietrologia e insistere sulla minimizzazione del Covid, a puntello anche di teorie no vax e complottistiche.
La review prende in esame studi già pubblicati su varie riviste scientifiche e condotti fra il 2020 e il 2021, fra cui anche due lavori dello stesso Istituto. L’analisi, in cui si afferma che l’utilizzo precoce di queste molecole può svolgere un ruolo cruciale nella gestione domiciliare delle forme lievi di Covid è stata però male interpretata ed è stato divulgato come dato certo che l’utilizzo precoce dei FANS riduca del 90% il rischio di ospedalizzazione per Covid. Nella review questo è emerso in due studi, che valutavano gli effetti della somministrazione precoce domiciliare di FANS nella prevenzione dell’ospedalizzazione , e si riferisce alla riduzione di circa il 90% del numero totale dei giorni di ricovero e relativi costi.Sono in corso moltissimi studi clinici in tutto il mondo per mettere a punto farmaci che consentano di ridurre la durata della malattia, la sua gravità e soprattutto la mortalità.
I dati della review sono interessanti e promettenti, ma sono necessari studi randomizzati futuri per consolidare questi risultati positivi osservazionali. A seguito della pubblicazione della revisione , sui social è ripartito anche il tam tam della negazione della presenza dei FANS all’interno delle linee guida ministeriali per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 .Si è incolpata la comunità scientifica di aver negato cure utili ai pazienti con l’imposizione di protocolli inadeguati, dimenticando che non si tratta di “prescrizioni” ma di “raccomandazioni” che secondo la letteratura rappresentano le migliori pratiche in un dato momento, soggette ad aggiornamento ,e che non pregiudicano l’autonomia del medico nella prescrizione, in scienza e coscienza, della terapia ritenuta più idonea .
Il Direttore dell’istituto M.Negri , Prof. G.Remuzzi, coautore della review è così intervenuto : “La cosa peggiore che può capitare ai dati della letteratura scientifica è di essere strumentalizzati durante una campagna elettorale. Gli antinfiammatori possono aiutare contro il Covid però i nostri studi presi in considerazione nella review, tra gli altri, sono robusti ma non ancora definitivi.”
Si sperava che la pandemia potesse essere occasione per rafforzare l’interesse della società verso la ricerca scientifica ed i suoi metodi. Ciò non sembra poter trovare facile realizzazione, constatando quotidianamente l’utilizzo polemico di argomenti distorti per mera convenienza ed ora per guadagnare consenso elettorale.Stiamo vivendo , d’altronde, nell’epoca della post- verità.