Ogni giorno in Italia sette medici abbandonano gli ospedali pubblici (+39% nel 2021) a causa delle condizioni di lavoro non più sostenibili, per gravosità, carico di responsabilità estipendi nettamente più bassi rispetto alla media dei colleghi europei.Le strutture sanitarie ,in difficoltà a reperire e ad assumere medici , rimediano ricorrendo ai “gettonisti”.
Sono medici pagati a ore per tamponare le carenze di personale negli ospedali , soprattutto nei Pronto Soccorso , ma anche in diversi reparti .Si tratta di liberi professionisti che danno disponibilità lavorativa solo per qualche giorno a settimana, o mese. Fra loro anche dipendenti del SSN che si licenziano dal pubblico per ripresentarsi in questa veste privata, più vantaggiosa non solo economicamente , ma soprattutto per libertà ,tempo ,qualità di vita. In molte regioni d’Italia ci sono delle cooperative che fungono da intermediarie con l’Azienda Ospedaliera , gestendo e fornendo medici su cui il pubblico non ha alcun controllo .
I medici pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti sono circa 4 su 10 secondo un sondaggio flash proposto da CIMO-FESMED ad un campione di 1000 medici:un quadro preoccupante ,specchio del disagio vissuto dai medici dipendenti del SSN, che vedono in questa modalità l’unica via per uscire da un sistema ed organizzazione del lavoro insopportabili.
“Ci ritroviamo con i medici che fuggono dagli ospedali, con tempi di attesa interminabili ai pronto soccorso e con l’aumento di un fenomeno che la dice lunga sullo stato reale della Sanità: i ‘medici a gettone’. Si sta gradualmente perdendo di vista che il vero gold standard delle cure è il professionista, ha dichiarato il Segretario nazionale ANAAO-ASSOMED P.Di Silverio , seriamente preoccupato per il futuro della Sanità, sempre più orientata verso un modello semi-privatistico delle cure, un modello anticostituzionale “.
Il Presidente di ANAC ⁹(Autorità Nazionale anti corruzione) G.Busia ,ha affermato che: ” La questione dei cosiddetti medici a gettone assume una grande rilevanza sociale ,in quanto tocca servizi fondamentali, improcrastinabili ed indispensabili per l’intera comunità, oltre che di grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle Aziende Sanitarie al fine di remunerare il personale medico reperito per turni spesso insostenibili. Sono in gioco l’elevato costo e l’inadeguatezza del servizio offerto; la sua scarsa affidabilità ,il far west dei contratti di durata breve con elusione di qualsiasi principio di programmazione e concorrenza.Per questo ANAC ha deciso di intervenire presso il Ministero della Sanità e presso il Mef sollecitando un decreto ministeriale per mettere ordine nella questione gettonisti”.
Anche il Presidente dell’OMCeO di Trento Dr.M.Ioppi è intervenuto sulla stampa locale :
“Una soluzione facile , quella di avvalersi dei medici gettonisti per risolvere i problemi organizzativi ma non per l’assistenza ai malati, perché questi professionisti non garantiscono continuità di cura ; i primari nei reparti non hanno controllo su di loro e non c’è un rapporto di conoscenza o fiducia ; non esercitano la professione integrati in un’equipe medica o in un team, e lavorano con scarse responsabilità. Le cooperative sono pericolose , non si sa a chi rispondono , un fallimento della presa in cura della persona in un Sistema Sanitario pubblico come il nostro. In Trentino non sembra ci si avvalga della loro intermediazione, tuttavia bisogna ricordare che non dobbiamo coprire solo turni ,ma valorizzare i pazienti ed i professionisti. Se non si investe nella Sanità pubblica si va sempre più verso la privatizzazione dei servizi. I licenziamenti di medici ed infermieri dal pubblico
 sono una scelta quasi obbligata : con un contratto privato si stabiliscono turni e orari, mentre nel pubblico non c’è possibilità di organizzare la propria vita, si è sempre in ’emergenza’.
Servono più risorse ed ampliamento dell’organico, bisogna sgravare medici e operatori sanitari da un lavoro sempre più pesante e dalla burocrazia, mettere a concorso dei posti valorizzati che siano attrattivi e ambiti ,e rivedere le forme contrattuali”.
Purtroppo con la revisione della Nota di aggiornamento del DEF la spesa sanitaria rimane invariata e il rapporto spesa sanitaria/PIL scende al 6% nel 2026, una percentuale inferiore ai livelli pre-Covid che pone l’Italia tra i Paesi europei che spendono meno per la Sanità. “Cari italiani cercate di non ammalarvi perché presto non ci saranno più medici per curarvi”, così inizia la lettera provocatoria del sindacato medico Cimo-Fesmed ai cittadini , che delinea uno scenario allarmante per il prossimo futuro della nostra Sanità pubblica.
“Preparatevi ai pronto soccorso sempre più affollati, a liste d’attesa sempre più lunghe, ambulanze sempre meno rapide, personale sempre più ridotto all’osso. Sono gli effetti di anni di programmazione sbagliata, di tagli feroci e scellerati alla sanità nel nome di una presunta razionalizzazione e una supposta appropriatezza, che in realtà hanno solo ridotto drasticamente l’offerta sanitaria. E non c’è alcun segnale che possa indicare un ripensamento, un cambiamento di priorità, una svolta. Stiamo perdendo una ricchezza inestimabile“.