Guerre e conflitti armati sono una delle minacce più gravi, un’emergenza, per la salute pubblica e ambientale.
C’è tendenza ad analizzare soprattutto gli aspetti politici ed economici della guerra e i danni immediati e diretti alla salute quali morti e feriti, violenze brutali e traumi, trascurando le relazioni complesse con altri eventi , come l’attacco alle strutture sanitarie e non solo, che hanno conseguenze disastrose sulla popolazione civile e che perdurano nel tempo ben oltre la cessazione delle ostilità.
Nel bilancio di fine anno il Direttore Generale dell’OMS ha ricordato il 2023 come un anno di crisi umanitarie nel mondo,di conflitti armati che hanno interessato e interessano diversi Paesi , da ultimo quello fra Israele e Hamas in Medio Oriente , con aumento degli attacchi ad operatori e strutture sanitarie ,in totale spregio delle leggi e convenzioni del diritto internazionale umanitario.Gli ospedali ,così come le scuole, sono sempre più bersagli delle strategie e tattiche belliche e il fenomeno è documentato a livello globale, favorito dalla disponibilità di nuove tecnologie.Nel mondo dal 2016 al 2020 si sono verificati oltre 4.000 attacchi all’assistenza sanitaria secondo Safeguarding Health in Conflict Coalition, un gruppo di organizzazioni internazionali non governative per la tutela di operatori sanitari ,servizi e infrastrutture mediche nei Paesi di guerra.Gli incidenti sarebbero aumentati del 45% nel 2022 rispetto al 2021 comprendendo attacchi deliberati di strutture sanitarie con armi esplosive, incendi e saccheggi di ospedali, arresto e rapimento di operatori sanitari e ostruzione dell’accesso all’assistenza sanitaria.
La distruzione delle vie di comunicazione , strade ponti ,rete ferroviaria, dighe ,l’ostacolo alla fornitura di farmaci e merci essenziali ,il danneggiamento delle infrastrutture di approvvigionamento elettrico ed idrico e di smaltimento impediscono o limitano fortemente l’assistenza medica ,incrementando ed amplificando il danno per la salute.
A causa dei conflitti le persone sono costrette a lasciare le proprie abitazioni , senza possibilità di poter accedere all’assistenza sanitaria anche per anni.
La sorveglianza sanitaria sulle malattie e i programmi di salute pubblica vengono interrotti e di conseguenza si allargano i focolai di malattie infettive trasmissibili e di quelle prevenibili con vaccini .Anche l’impossibilità o limitazione di accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie sono cruciali nella diffusione delle malattie infettive, così come le carenze alimentari e gli spostamenti.
Altri effetti da considerare sono
l’interruzione delle attività scolastiche, universitarie e culturali , gli spostamenti di massa e le migrazioni, e quelli sulla salute mentale.La guerra induce o amplifica problemi di natura psicologica e psichiatrica : chi deve affrontare un’esperienza traumatica siffatta si trova di fronte un mondo che non ha più senso e la mente fatica a ricomporre sensazioni di stabilità e sicurezza, spesso sopraffatta da uno stato persistente di allerta ,paura e ansia. I bambini sono particolarmente vulnerabili e gli effetti dei traumi della guerra possono condizionarne il neurosviluppo e aumentare la probabilità di problemi di salute mentale e fisica in età adulta come disturbi d’ansia ,depressione, dolore cronico,disordini mentali dissociativi e abuso di alcol e stupefacenti.
La guerra lacera persone e luoghi. Oltre al costo di vite e salute umana c’è un costo ambientale non trascurabile : inquinamento chimico per la distruzione soprattutto di impianti industriali e petroliferi, persistenza di ordigni inesplosi , incendi e distruzioni di foreste ,morte di animali, perdita di ecosistemi, di terreno coltivabile e mezzi di sostentamento, emissione di polveri, gas , metalli pesanti come piombo ed uranio impoverito ed elementi radioattivi che possono essere rilasciati nell’ambiente in conseguenza delle attività belliche o intenzionalmente.
Il militarismo ,anche in tempo di pace ,per mantenere in efficienza la macchina bellica ha costi enormi, sottrae risorse altrimenti destinabili ed ha un notevole impatto ambientale.
Prevenire il danno alla salute dovuto ai conflitti armati fa parte della missione degli operatori sanitari, come prevenire
le malattie e tutte le emergenze sanitarie.
I professionisti della sanità in ogni parte del mondo sono ben consapevoli del dovere di agire in ogni situazione ,e sempre ,per cercare di portare soccorso e rimediare ai danni provocati dalla guerra, ma è altrettanto doveroso adoperarsi per prevenire la violenza, sostenere l’importanza di una risoluzione pacifica dei conflitti e per diffondere una cultura di pace. Non può esistere salute senza pace ,così come pace senza salute,come ha ben ricordato il Direttore generale dell’OMS.
“La prevenzione della guerra è compito dell’intera società, ma chi esercita una professione sanitaria ha una scusa in meno per non impegnarsi in quanto la guerra rappresenta un importante fattore di rischio per la salute pubblica mondiale. Da un punto di vista di sanità pubblica, militarismo e guerra devono essere considerati almeno al pari di altre cause prevenibili di malattie e morte» (Pirous Fateh-Moghadam ,epidemiologo ).
Anche quando una guerra finisce le conseguenze delle violenze commesse continueranno a pesare a lungo sulle generazioni future , minando le fondamenta di società precedentemente stabili.
“Ad ogni guerra una fetta di umanità perde immediatamente qualcosa, l’altra fetta la perderà nel tempo. La speranza, per prima. Ma tutti, in fondo, perdiamo qualcosa. Ogni guerra, anche nel posto più sperduto, fa vittime a distanza, spesso inconsapevoli del senso di nulla subito»(Roberto Cafiso specialista in Psicologia dell’Emergenza).
Per saperne di più:
“Guerra o salute: dalle evidenze scientifiche alla promozione della pace”
Pirous Fateh-Moghadam. Il Pensiero Scientifico Editore.