Le quattro regioni padane Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, fra le più inquinate d’Europa, ed anche fra le più ricche, il 24 maggio hanno presentato a Bruxelles una Dichiarazione contro la proposta di revisione della Direttiva Europea per la qualità dell’aria. Ad ottobre 2022 la Commissione Europea proponeva limiti più restrittivi rispetto agli attuali in vigore, ma ben lontani dalle soglie più rigorose indicate dall’Oms per le concentrazioni degli inquinanti PM 10, PM 2,5 , O3 (ozono) e NO2 (biossido di azoto) nell’aria. La revisione dei limiti concedeva agli Stati membri otto anni di tempo per adeguarsi , fino al 2030. Ora il Parlamento Europeo, i Governi nazionali e le Associazioni ambientali e di tutela della salute sono impegnati nel processo di discussione di tale Direttiva per arrivare alla sua approvazione.
Ricordiamo che in Italia più di 50.000 morti/anno sono attribuibili all’inquinamento dell’aria. Flessibilità e deroghe richieste dalle Regioni padane hanno conseguenze gravi , comportano malattie e sofferenze : nascite premature , asma ed infezioni in età pediatrica, problemi cardiorespiratori negli adulti, e in generale meno anni vissuti in buona salute e morte prematura ; acuiscono la crisi ambientale e climatica ed aumentano la probabilità di eventi estremi, con crescita insostenibile dei costi sanitari e dei danni conseguenti ad alluvioni, siccità, frane etc.
Sull’Italia gravano tre procedure di infrazione europea a causa del superamento protratto e sistematico dei limiti degli inquinanti atmosferici e per non aver adottato le misure atte a migliorare la qualità dell’aria in alcune aree critiche del Paese ,fra cui primeggia il bacino padano.
In questo contesto si colloca la richiesta dei Governatori delle Regioni padane di valori limite degli inquinanti meno stringenti rispetto a quanto proposto dalla UE, di una deroga temporale e una condivisione delle responsabilità che non vogliono sostenere, ritenendo che i provvedimenti di tutela della salute possano costituire una minaccia per l’economia e l’industria.
A sostegno della Direttiva intervengono , con una lettera aperta rivolta alle Autorità Nazionali ed Europee ,esperti nelle discipline che si occupano di ambiente e salute : medici, ricercatori e associazioni (Associazione Cittadini per l’Aria, Associazione Culturale Pediatri , Associazione Italiana Epidemiologia Associazione Medici per l’Ambiente-ISDE-Italia, Rete Italiana Medici Sentinella RIMSA, Direzione Scientifica della Rivista Epidemiologia e Prevenzione, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Veneto).
Nella lettera si afferma in sintesi che : “il tema dell’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana ha una sua diagnosi precisa, le conseguenze e i costi dell’inazione sono ben noti, le soluzioni sono individuate. Si tratta solo di non perdere altro tempo.” Sicuramente all’inquinamento della pianura padana contribuiscono anche condizioni meteorologiche e geografiche particolari , ma anche studi recenti confermano che i responsabili sono la combustione di fossili per il riscaldamento , il trasporto stradale , l’agricoltura e gli allevamenti intensivi ,a cui si aggiungono gli impianti industriali La riduzione delle emissioni inquinanti è possibile, con interventi radicali. Lo studio di impatto sui cui è basata la proposta di revisione della Commissione Europea ha dimostrato che
” i benefici netti complessivi dell’iniziativa sono notevolmente superiori ai costi “.