I numerosi giornali e riviste che qualche giorno fa hanno ripreso e diffuso l’annuncio fatto da Moderna in un’intervista rilasciata a The Guardian titolavano perlopiù: “Vaccini contro il cancro e per le malattie cardiache pronti entro la fine del decennio”. È utile fare un pò di chiarezza. Questo è lo stato dell’arte:
l’FDA ha concesso a Moderna e a Roche una “breakthrough therapy designation”( che ha lo scopo di accelerare lo sviluppo e la revisione di farmaci per condizioni gravi o pericolose per la vita) per l’uso in combinazione di un anticorpo monoclonale (Pembrolizumab) e di un nuovo vaccino a RNA(mRNA-4157/V940) contro il melanoma in stato avanzato, nei pazienti che ,dopo asportazione del tumore , hanno elevate probabilità di recidiva e morte.
L’immunoterapia dei tumori si basa sull’uso di vaccini terapeutici e di anticorpi monoclonali.
I vaccini antitumorali personalizzati sono progettati per innescare la risposta immunitaria in modo che un paziente possa generare una risposta antitumorale specifica per la propria mutazione tumorale e mRNA-4157/V940 è un nuovo vaccino antitumorale personalizzato sperimentale, basato sull’acido ribonucleico messaggero (mRNA) , progettato e prodotto sulla base della mutazione specifica del paziente.L’anticorpo monoclonale Pembrolizumab ,da tempo utilizzato, è in grado di legare e bloccare il recettore delle cellule tumorali denominato PDL1: ciò si traduce nella attivazione dei linfociti T del sistema immunitario contro il tumore.Sulla base dei primi studi clinici, la combinazione di mRNA-4157/V940 con Pembrolizumab apporta un beneficio aggiuntivo e migliora la distruzione delle cellule tumorali mediata dalle cellule T del sistema immunitario.Questa la notizia : un beneficio e un successo importante nella cura di un certo tipo di tumore e per certi sottogruppi di pazienti. È auspicabile che dopo il melanoma si possa trovare applicazione delle nuove tecnologie nella cura di altre malattie oncologiche.Ma le aspettative devono essere moderate , perché è ancora molto impegnativo produrre questo tipo di vaccini personalizzati.
Il metodo per affrontare alcune patologie cardiovascolari non corrisponde invece all’uso di alcun vaccino.Sono in corso ricerche per sviluppare un prodotto in grado di fornire l’informazione per la sintesi di molecole utili a ripristinare l’ irrorazione cardiaca e contenere i danni dell’infarto. Moderna ha raggiunto un accordo con Astra Zeneca per lo sviluppo di una molecola di RNA , da iniettare nel miocardio e da utilizzare in pazienti con malattia coronarica e insufficienza cardiaca. In questo caso l’’RNA codifica per la proteina VEGF-A ( fattore di crescita dell’endotelio vascolare A), utilizzata allo scopo di indurre la rivascolarizzare e aumentare la perfusione del cuore ischemico. I primissimi, pochi ,dati clinici presentati dimostrano beneficio sulla funzione cardiaca dei pazienti trattati rispetto ai controlli , ma il campione è esiguo per poter trarre conclusioni, mentre i dati sulla sperimentazione animale sono solidi.
Moderna sta sviluppando anche una terapia basata sull’mRNA per stimolare la produzione di una proteina chiamata “angiopoietina-like 3” (ANGPTL3), che svolge un ruolo importante nel metabolismo dei lipidi e nel controllo del colesterolo in pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare , che sappiamo aumentare il rischio di accidenti
cardiovascolari.
Un altro farmaco ,Inclisiran ,prodotto da Novartis e già approvato per l’uso, è stato denominato sulla stampa ” vaccino anti infarto”,ma non è un vaccino. Agisce con un meccanismo di “silenziamento genico”: si tratta di un piccolo RNA interferente (small interfering RNA) che silenzia una sequenza di RNA messaggero a livello delle cellule del fegato, inibendo così la sintesi di PCSK9, una proteina che aumenta i livelli di colesterolo LDL responsabile di patologia cardiovascolare.
Dovremmo considerare quindi due grandi aree , diverse ,della tecnologia biomedica basate sull’RNA : la produzione di farmaci e quella di vaccini. Molte delle malattie che hanno una causa genetica potrebbero essere curate con RNAi (RNA interference) che permette di interferire con l’espressione di geni difettosi : i farmaci a RNA possono rappresentare quindi nel divenire un nuovo modo di trattare le malattie,correggendo I difetti genetici che ne sono alla base .D’altra parte le tecnologie basate su RNA, come abbiamo verificato nel corso di questa pandemia, possono essere applicate anche allo sviluppo di nuovi vaccini. I primi lavori sulle tecnologie RNA risalgono ancora agli anni ’90,ma è stata la pandemia a focalizzare l’attenzione di tutti su un ambito tecnologico molto interessante e promettente per la medicina. Ora dopo l’esplosione dei vaccini a RNA anti COVID-19, le Aziende continueranno ad investire nella ricerca sugli RNA terapeutici, per curare malattie genetiche o il cancro,oltre che sui vaccini.Non dimentichiamo però di fare sempre distinzione fra ricerca scientifica, realtà attuale e possibili applicazioni future.
Lo sviluppo di un nuovo farmaco dura molti anni ,richiede notevoli finanziamenti e non sempre è coronato da successo .
Nel caso dei vaccini anti-tumorali per ogni malato occorre analizzare le cellule del tumore, identificarne le caratteristiche, e quindi sviluppare un farmaco personalizzato , e ciò richiede tempo e ne innalzerà i costi.Le terapie geniche più innovative, che si basano su tecnologie simili, oggi arrivano a costare sul mercato anche più di un milione di euro a trattamento.Non sarà sempre facile per i sistemi sanitari pubblici garantire ai pazienti l’accesso a questo genere di cure.