Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto
Si continua a dibattere sulla opportunità di costruire in Italia nuovi e costosi impianti di incenerimento dei rifiuti ,mentre nella letteratura scientifica internazionale sono in aumento le pubblicazioni di studi che ne dimostrano la pericolosità per la salute e l”ambiente. Le emissioni degli inceneritori rappresentano una fonte significativa di particolato fine, ultrafine e nanoparticelle ,di metalli tossici e di migliaia di composti chimici alcuni dei quali noti per essere cancerogeni, mutageni ed interferenti endocrini Le emissioni contengono anche altri composti non identificati, di cui si ignora la potenziale nocività, come una volta accadeva con le diossine. Ad ogni nuova pubblicazione scientifica i pericoli legati all’incenerimento dei rifiuti diventano sempre più evidenti e difficili da ignorare.Sono stati identificati di recente tredici nuovi inquinanti chimici prodotti negli inceneritori di rifiuti, capaci di effetti dannosi sull’organismo : interferenti endocrini con effetti fino al doppio di quelli della più pericolosa delle diossine , la TCDD ( “diossina Seveso”), ed alcuni fino a quattro volte più potenti del benzopirene nell’interferire con la regolazione dell’espressione genica.
Le emissioni di un inceneritore non interessano solamente il comparto ambientale aria, ma anche l’acqua e il suolo.Alcuni composti emessi da un inceneritore sono persistenti, cioè resistenti ai processi naturali di degradazione, bio-accumulabili, perché si accumulano nei vegetali e nei tessuti degli animali viventi trasferendosi da un organismo all’altro lungo la catena alimentare fino a giungere all’uomo.
Le emissioni di inceneritori che rispettano i limiti emissivi sono state messe in relazione principalmente a malattie dell’apparato respiratorio e cardiovascolare, a nascite pretermine ed abortività spontanea ed anche tumori maligni.
Solo In Italia si parla di “termovalorizzatore”, un neologismo tutto nostro, più tranquillizzante nella percezione comune ,mentre ovunque in Europa è in uso univoco il termine “incinerator”.Il termovalorizzatore è un inceneritore che converte solo parzialmente il calore generato dalla combustione dei rifiuti in energia destinata ad altri usi quali energia elettrica , in associazione a un impianto di cogenerazione per il teleriscaldamento o ad un impianto di gassificazione per la produzione del syngas .
È doveroso chiarire che parlare di emissioni di un inceneritore “secondo legge”, non ha in alcun modo significato di garanzia e tutela per la salute.Anche gli impianti più moderni con i filtri più efficienti, emettono ancora una gran quantità di particelle ultrafini (diametro ≤ 0.4 μm) che non sono monitorate, e veicolano ai polmoni diossine e altri composti organici dannosi per la salute. Gli impianti di nuova generazione hanno concentrazioni di emissione molto inferiori rispetto agli inceneritori storici ,ma trattano un volume di rifiuti enormemente maggiore e la quantità assoluta di inquinanti emessi è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti trattati.
Le innovazioni tecnologiche hanno spostato la tipologia di particolato emesso verso le polveri ultrafini, le più pericolose in assoluto per la salute umana, capaci di raggiungere gli alveoli polmonari ed entrare nel circolo sanguigno.Per quanto riguarda poi le diossine, non esiste un limite di concentrazione sotto il quale non si ha danno : si tratta di sostanze estremamente nocive anche a livelli minimi di esposizione ,per le quali già la concentrazione di base nella popolazione è dimostrato aumentare il rischio di cancro.Le diossine sono tossiche a dosi infinitesimali, dell’ordine dei picogrammi (pg), ossia miliardesimi di milligrammo.
Un inceneritore emette anche altri tipi di sostanze pericolose, come ammoniaca e metalli pesanti (principalmente mercurio, cadmio e piombo,) e sostanze acide nell’ordine di diverse tonnellate ogni anno .Un grande impianto emette milioni di metri cubi di fumi /anno e ciò significa che pur rispettando i limiti di legge emetterà in atmosfera sostanze inquinanti e pericolose in misura di parecchie tonnellate ; è difficile quindi pensare e sostenere che gli inceneritori contribuiscano in maniera trascurabile all’inquinamento complessivo di un territorio.
La Commissione Europea ha chiaramente indicato la necessità di indirizzare la gestione dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare, spostando gli investimenti dall’incentivazione dell’incenerimento verso pratiche di : riduzione della produzione di rifiuti, riutilizzo, riciclaggio e recupero di materia. Ha anche suggerito misure di tassazione per l’incenerimento, la moratoria per la costruzione di nuovi inceneritori e lo spegnimento progressivo degli impianti esistenti. Questa è la strada da percorrere secondo un modello di gestione virtuosa ,già applicato con successo in alcun aree del nostro Paese.Gli inceneritori non sono un’alternativa evoluta alle discariche: non fanno sparire i rifiuti ma, semplicemente, li trasformano in emissioni inquinanti, acque di processo contaminate e un’abbondante quantità di ceneri da combustione e scorie che devono essere smaltite a loro volta,collocate in discarica o all’estero a caro prezzo.Spesso si citano come esempio positivo i Paesi Europei del Nord, la Danimarca in particolare , patria dell’incenerimento ,ignorando evidentemente che ,già qualche anno fa, ha predisposto un piano per ridurre drasticamente il numero di inceneritori, un taglio del 30%. in considerazione anche della emissione di CO2 e gas climalteranti.
Con una buona raccolta differenziata, con l’applicazione ed incentivazione delle indicazioni europee per la gestione dei rifiuti , in genere l’inceneritore non serve più , o non serve aumentare il numero di quelli già esistenti.
C”è ora un grande interesse nella ricerca di nuovi sistemi per la gestione dei rifiuti che utilizzano tecnologie di trattamento alternative, in particolare i processi di gassificazione e pirolisi.La gassificazione è un processo che converte un materiale solido in un gas combustibile tramite ossidazione parziale con un agente ossidante ; trasforma ad altissime temperature i rifiuti in gas di sintesi.(Syngas) .Il syngas può essere utilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica ed energia termica e dopo opportuno raffinamento anche per la produzione di metano,metanolo, gas naturale sintetico, e per la produzione di idrogeno. La pirolisi è un processo simile alla gassificazione per quanto riguarda la tipologia di prodotti chimici ottenuti, ma che avviene in assenza di un agente ossidante ,opera a temperature più basse e necessita di apporto di calore .
Anche i gassificatori inquinano.I trattamenti necessari del syngas possono prevedere rilasci in atmosfera e/o in soluzione acquosa di inquinanti, e se lo stesso viene utilizzato per produrre energia elettrica o termica bisogna tenere presente che la sua combustione comporta emissioni di inquinanti : diossine e furani, particolato, cloro, zolfo, e ossidi di azoto .Rispetto a un classico inceneritore, le emissioni di polveri ed inquinanti gassosi sono variabili anche in funzione della tecnologia utilizzata,ma comunque minori.Per quanto riguarda le scorie residue, la quantità prodotta dalla combustione è minore, ma il char da gassificazione può essere valorizzato.
Per gli impianti di gassificazione bisogna considerare in tema di sicurezza anche alcuni aspetti di rischio ,quali : esplosione,incendio, intossicazione da CO.
Ne abbiamo veramente e assolutamente e sempre bisogno?