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In Trentino c’è un malessere diffuso nelle corsie: tre medici su quattro vorrebbero lasciare l’ospedale pubblico.
Abbiamo già presentato in un post precedente i risultati dell’indagine, condotta fra i medici ospedalieri dalla Federazione Cimo-Fesmed sul territorio nazionale , fra i suoi iscritti : i medici dipendenti del Sistema Sanitario Nazionale sono stanchi, demoralizzati e si sentono abbandonati .
Il sondaggio sul benessere lavorativo ha registrato in Trentino un quadro anche peggiore rispetto alla media nazionale. I dati rilevano un disagio diffuso in un ambiente lavorativo difficile. I medici si sentono fortemente sotto pressione e provati dagli enormi e protratti sforzi richiesti soprattutto negli ultimi due anni , ma non solo. Il Covid ha aggravato una situazione di stress già cronico ,soprattutto nella medicina d’ urgenza e fra gli anestesisti rianimatori.Tre medici su quattro vorrebbero abbandonare l’ospedale pubblico , in cerca di una via di fuga all’estero o nella sanità privata , e un medico su tre pensa di anticipare la pensione . Per il 59% dei medici trentini intervistati lo stress psicofisico è grave, mentre il 55,2% reputa alto il rischio professionale corso negli ultimi due anni e Il 50,7% ritiene di aver messo a repentaglio la sicurezza della propria famiglia. Per quanto riguarda il carico di lavoro solo il 9,1 % degli intervistati afferma di lavorare 38 ore a settimana mentre Il 63% è attivo fino a 48 ore (massimo consentito dalla legge e normativa europea), e addirittura il 27,9% supera questo limite.Il 78% dei dirigenti medici trentini ha da 10 a più di 100 giorni di ferie non godute. Inoltre il tempo dedicato allo svolgimento di atti amministrativi , che viene sottratto al tempo di ascolto e cura è notevole : in Trentino, secondo le risposte dei medici intervistati , il 70,8% del tempo di lavoro è impiegato per adempimenti burocratici, il 4,5% per la formazione , e solo il 35,7% per l’ascolto del paziente e l’atto medico.
Nella nostra Provincia la professione del medico ospedaliero ha perso attrattiva soprattutto per i giovani , e si sta inesorabilmente erodendo un grande patrimonio di professionalità a danno e rischio per tutti i cittadini. L’Ordine dei Medici esprime perciò grande preoccupazione. Il Presidente Dr. M.Ioppi auspica che si possa instaurare un fronte comune per salvare il Servizio Sanitario dall’impoverimento e dall’inesorabile fuga verso la sanità privata.
Nel nostro servizio pubblico è in sofferenza sia l’ospedale che il territorio. Ci sono 300 medici iscritti all”Ordine di Trento che lavorano all’estero. Abbiamo 5000 interventi chirurgici arretrati , servizi specialistici ridotti , e sul territorio mancano medici di medicina generale. Tanti pazienti sono costretti a ricorrere al privato , tanti a cure fuori provincia. Bisogna cambiare strategia, servono risposte concrete e il riconoscimento del ruolo del medico all’interno della nostra società :maggiore autonomia e responsabilità al medico , che non può né deve essere un burocrate. È necessario affrontare alla radice quei nodi che la pandemia ha drammaticamente evidenziato .Serve adeguare i contratti, servono urgentemente bandi di concorso per le posizioni scoperte, servono incentivi, serve una riforma dell’organizzazione ospedaliera oltre che del terrirorio.Serve la fiducia di cittadini e pazienti ,che si mantiene e recupera solo fornendo prestazioni adeguate.