L’olfatto è un senso ancora poco conosciuto ,complesso e misterioso.
È un senso chimico,come il gusto, e permette di identificare le molecole odorose nell’ambiente svolgendo un ruolo fondamentale per la sopravvivenza ,la riproduzione e la comunicazione .
La maggior parte degli animali vertebrati o invertebrati possiede più di un organo olfattivo, per poter rilevare anche i feromoni, segnali chimici essenziali per la comunicazione sociale e sessuale all’interno della specie. Per gli animali si tratta di trovare il cibo o un compagno segnalando disponibilità o meno all’accoppiamento, evitare pericoli o nemici e delimitare un territorio. Ma anche per l’uomo questo senso ha molta più importanza di quanto si ritenga. Nel linguaggio comune si dice “avere naso” o “avere fiuto” ,e il termine sagace deriva dal latino sagire cioè fiutare ,così come il verbo latino sápere significa aver odore, sapore, ma anche capire ,essere saggio,prudente.
Le sensazioni olfattive generano memorie associate ad avvenimenti ,luoghi e persone, che perdurano nel tempo. Una sensazione odorosa può richiamare emozioni di piacere o avversione che hanno origini anche molto lontane nel vissuto personale e che condizionano comportamenti e scelte . C’è una variabilità individuale nella percezione olfattiva ,che si riflette nelle diverse mappe olfattive dell’ambiente circostante con cui ognuno interpreta la propria realtà, anche in relazione a cultura ed esperienze personali.
L’olfatto, considerato a lungo un senso rudimentale,primitivo,il meno importante, è stato trascurato dalla ricerca scientifica e per questo rimane ancora tanto da conoscere sul suo funzionamento ed implicazioni. Ora c’è un rinnovato interesse, che si riflette anche nel fiorire di studi scientifici a partire dal 2004 ,quando Linda B. Buck e Richard Axel vinsero il Nobel per la Medicina con le loro scoperte sui recettori olfattivi e la genetica dell’olfatto, ma soprattutto ora col Covid ,
dato che ipo-o anosmia possono essere conseguenze dell’infezione virale da SarsCov2 . A causa del coronavirus milioni di persone hanno perso l’integrità dell’olfatto ,per lo più in forma transitoria, sperimentando così la sua importanza per la qualità di vita.
L’uomo possiede circa 400 recettori olfattivi nella mucosa nasale,che permettono di riconoscere, in combinazioni,milioni di odori,ma probabilmente molti di più.
Questa capacità è codificata nei geni. Il corredo genetico relativo all’olfatto è tra i più estesi del genoma e rende conto di quanto sia ampia la gamma di odori che si possono percepire.
L’olfatto è uno dei primi sensi che si sono sviluppati nell’ evoluzione e la parte del cervello che elabora i suoi segnali è una delle più antiche.Il sistema olfattivo è collegato con l’ippocampo ,struttura cerebrale che gestisce la memoria, e con l’amigdala e sistema limbico che governano le emozioni. Inoltre gli stimoli odorosi sono trasmessi direttamente alla corteccia cerebrale olfattiva senza passare per il talamo, struttura legata alla razionalità,stato cosciente ,attenzione e veglia. È grazie a queste connessioni particolari che l’olfatto emoziona, evoca ricordi e determina risposte inconsce.
L’olfatto monitora continuamente l’ambiente chimico esterno per individuare pericoli potenziali ,attivando una risposta immediata e rapida. I segnali maggiormente percepiti sono quelli indicativi di una situazione pericolosa o negativa come odore di fumo ,di bruciato, di gas, di muffa,di marcio ,di cibo avariato ed altri. L’olfatto dona anche piacere e grazie ad esso si è attratti da ciò che è benefico o respinti da ciò che è nocivo .
L’uomo moderno dipende ,per la propria sopravvivenza ,da informazioni soprattutto visive ed auditive e meno da quelle di tipo chimico. Vive immerso in una cultura fatta soprattutto di immagini e suoni . È per questo che non viene data la giusta importanza al problema di chi non sente gli odori e che costituisce una “invalidità”. Si chiama anosmia o iposmia ed affligge circa il 5% della popolazione ,ma probabilmente una percentuale ben superiore considerando tutti i disturbi dell’olfatto ancora poco diagnosticati. Può essere congenita o acquisita, transitoria o permanente . Toglie piacere e slancio, toglie gusto alla vita. Tutto ē più insipido,e non solo il cibo ma anche relazioni, sesso,ricordi,emozioni. I disturbi dell’odorato riconoscono svariate cause, quali infezioni e infiammazioni delle vie respiratorie ,allergie , lesioni nervose, malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson,traumi, trattamento radiante,uso di cocaina,tumori ,senilità,e possono essere anche l’effetto collaterale di alcuni farmaci.Se l’olfatto è compromesso ne può conseguire inappetenza e cambiamento dell’approccio col cibo, dal momento che la sensazione gustativa è condizionata da quella olfattiva essendo il nostro senso del gusto determinato per l’80% dall’olfatto. Vengono persi così il piacere di mangiare e bere o di cucinare e di altri comportamenti collegati ,come quelli relativi alla socialità e convivialità. Soprattutto fra gli anziani o cronici l’ipo- anosmia può influenzare negativamente le scelta e assunzione di cibo con conseguente malnutrizione o tendenza compensatoria ad aumentare l’impiego di zucchero e sale.La perdita di olfatto si associa anche a demenza e malattie neurodegenerative
come Parkinson ed Alzheimer e capire queste relazioni potrebbe contribuire a sviluppare screening per una diagnosi precoce, essendo l’ipo- anosmia sintomi che si manifestano 10-15 anni prima degli altri in queste malattie.
La compromissione dell’olfatto si ripercuote negativamente anche sulle relazioni affettive , l’intimità sessuale, l’instaurarsi e il mantenersi delle relazioni attrattive e dei legami emotivi. Incide sulla capacità di collegare gli odori ai ricordi felici così come a quelli del pericolo , di riconoscere il proprio stesso odore. La consapevolezza di ciò genera ansia, rabbia, frustrazione ,isolamento ed anche depressione nelle persone affette.
Le moderne abitudini igieniche ostacolano la captazione di informazioni sul vero “io odoroso” dei nostri simili, e sul mondo chimico circostante. Si aggiunga che l’uomo è l’unico animale che “costruisce”odori, trasferendoli nella sfera della cultura e non solo della chimica e biologia .La nostra è una società che combatte indistintamente gli odori e l’industria del profumo fa profitti enormi a spese della convinzione diffusa di emanare odori che vanno coperti . Le grandi aziende lavorano per profumare in modo subliminale gli ambienti che frequentiamo e molti prodotti di consumo,
per orientare comportamenti,scelte ,acquisti, in situazioni commerciali ma anche lavorative e ricreative.Le attività umane hanno modificato e continuano a modificare la varietà degli odori percepiti, così come l’inquinamento ,che compromette le capacità olfattive ,vitali in molte specie, minando così l’intero sistema di comunicazione fra organismi viventi. L’inquinamento sta erodendo il senso dell’olfatto anche nell’uomo ,come rilevato negli abitanti delle città e zone con alta presenza di smog, attivando processi infiammatori delle vie respiratorie.
Studiare l’olfatto significa quindi indagare in numerosi ambiti della scienza come
medicina, fisiologia, biologia molecolare, biochimica, genetica, evoluzionistica, chimica,psicologia e nel mondo delle culture; significa approfondire la conoscenza di noi stessi, degli altri e del mondo, e su come pensiamo, ci relazioniamo,scegliamo e in generale siamo mossi ad agire. Studiarlo significa anche scoprire le strategie che animali e alcune piante hanno messo a punto per garantirsi funzioni essenziali :sopravvivere e riprodursi.
Per saperne di più
Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso.
di Anna D’Errico. Feltrinelli Editore 2019.
L’arte di vivere annusando di Bill Hansson .
Aboca Edizioni 2022.
Wir riechen vesserà als wir denken di Johannes Frasnelli . Editore: Molden Verlag, 2019.
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